Che fine hanno fatto i campioni delle cellule staminali e del sangue cordonale prelevati dalla società “Genico SA” e poi depositati in laboratori della “Cryo Save” Svizzera, dopo il fallimento avvenuto nel 2019? Se lo chiedono le numerose famiglie della provincia del Vco che negli scorsi anni hanno aderito all’iniziativa. Infatti il gruppo Genico, con sede ad Ascona, in Canton Ticino, aveva sul territorio promotori del progetto di crioconservazione che, contattati dalle famiglie, agevolavano i rapporti con l’azienda. Oggi i Carabinieri, dopo una lunga e complessa indagine, coordinata con la Procura di Verbania e il pubblico ministero, Nicola Mezzina, sono in grado di dare una risposta: prima del fallimento i campioni erano stati ceduti al gruppo Famicord-PBMK di Varsavia «che li sta esaminando per formalizzare la loro integrità e poi comunicarlo alle famiglie» fa sapere il tenente colonnello del comando provinciale, Alberto Cicognani. Una risposta importante per tante ragioni. Intanto è corretto dire che l’esito delle indagini non ha portato a notizie di reato, ma è importante per le famiglie sapere dove siano conservati i campioni, data la spesa sostenuta, a partire da 2.500 euro per una conservazione dei campioni per dieci anni, a salire. E poi per tornarne in possesso, proseguire nel rapporto di fiducia con la nuova azienda che li conserva, o utilizzarli. Infatti i campioni sono funzionali nella cura di diverse patologie grazie al trapianto di cellule staminali prelevate al momento del parto. Fino a qualche anno fa non era possibile o era molto macchinoso aderire alla “Banca pubblica” di conservazione messa a disposizione del “Centro nazionale trapianti” e molti si erano rivolti a questi servizi a pagamento (il servizio non era offerto nei nosocomi del Vco). Sono tre le famiglie verbanesi che a novembre 2019 avevano sporto denuncia querela nei confronti di Genico S.A. dopo che era comparsa sugli organi di stampa elvetici la notizia del fallimento. Da qui l’indagine condotta dai Carabinieri della polizia giudiziaria «per verificare la reale sussistenza delle cellule prelevate, dove si trovassero e il corretto stato di conservazione, perché a seguito di alcune informazioni ricevute dagli stessi interessati, sembrava che i cordoni ombelicali fossero scomparsi o ceduti illegalmente». Il contratto prevedeva lo stoccaggio dei campioni di sangue cordonale in due differenti laboratori: in Belgio (a Niel, nel Cryo lab 1) e in Olanda. I clienti avevano cercato per mesi di ottenere risposte in merito al destino delle loro cellule, ma senza successo. Le cellule staminali, secondo accordi di diverso tipo, potevano essere conservate dai 10 ai 40 anni. A peggiorare la situazione, Cryo-Savenel 2019 era stata denunciata dall’Ufficio federale elvetico della Sanità pubblica per violazione della legge sui trapianti e inadempimento degli obblighi di notifica e di cooperazione. Da qui, anche, l’allarme delle famiglie. «Le indagini hanno consentito di accertare che in relazione allo stato di liquidazione della Cryo Save Italia, i campioni stoccati presso i loro laboratori sono stati trasferiti nel laboratorio del gruppo Famicord (PBKM) in Polonia, attuale titolare dell’accordo di backup stipulato nel febbraio 2019 in Svizzera. Alla luce di quanto emerso, il pm ha richiesto l’archiviazione del procedimento aperto per appropriazione indebita, in quanto la nuova società polacca investita della custodia dei “beni” di interesse, seppur in forma indiretta, dovrà comunque rispondere del proprio operato ai soggetti proprietari di quegli stessi beni/campioni biologici» ha fatto ancora sapere il capitano Cicognani. Eco Risveglio ha contattato i rappresentanti in Italia di Famicord e le famiglie interessate troveranno ulteriori dettagli sul prossimo numero del giornale in uscita in edicola mercoledì e giovedì.