Aveva ingerito un chilo e 200 grammi di cocaina purissima suddivisa in 100 ovuli che sperava di portare in Italia: una partita di droga che avrebbe fruttato, una volta rivenduta al dettaglio, centinaia di migliaia di euro. L’uomo, un corriere della droga internazionale di nazionalità nigeriana, però non ha fatto i conti con i militari della Guardia di finanza di Domodossola, che lo hanno fermato a bordo dell’Eurocity numero 57 proveniente da Basiliea e diretto a Milano. «Nulla da dichiarare»: questo ha risposto alle domande dei finanzieri, ma il suo comportamento ha destato più di un sospetto. Cercava di passare inosservato e di confondersi con altri passeggeri ma l’occhio attento dei militari ha notato un certo nervosismo. Alle richieste sui motivi del viaggio, l’uomo ha fornito risposte evasive e contraddittorie che hanno convinto i militari a farlo scendere dal treno per un confronto più approfondito su di lui. Qui, da un controllo delle banche dati, è emerso che il suo percorso per l’Italia aveva seguito una rotta del tutto “inusuale”. C’erano tutti gli elementi per pensare che si trattasse di un corriere della droga e siccome il suo bagaglio risultava pulito si è deciso, in accordo con l’autorità giudiziaria, di sottoporre il soggetto ad un controllo radiografico all’ospedale San Biagio di Domodossola. Esame che ha dato esito positivo: nel suo addome i radiologi hanno individuato un grande numero di “corpi estranei”. Dopo l’espulsione dei primi ovuli si è capito che si trattava di cocaina purissima: in tutto il corriere aveva ingerito 100 ovuli, mettendo anche a rischio la propria vita. «Il brillante risultato – dicono dalla Guardia di finanza – è stato reso possibile anche grazie al prezioso supporto medico-sanitario reso dal personale dell’ospedale civile San Biagio di Domodossola che ha collaborato con gli inquirenti per l’arresto del corriere nonostante le molteplici incombenze causate dall’emergenza epidemiologica».