Aggiornato al 27 Luglio 2024

Fatture false e frode fiscale, si allarga l’inchiesta nell’ambito dello smaltimento di “ballast”

Si allarga l’inchiesta partita alcuni mesi fa, che nel settembre scorso aveva portato a sei arresti per fatture false e frode fiscale nell’ambito dello smaltimento del “ballast”, pietrisco esaurito dei binari ferroviari. Le ordinanze di custodia cautelare nelle scorse ore sono salite a 10, con altri 4 arresti compiuti e un sequestro preventivo di 3 milioni di euro. A compiere arresti e sequestri sono stati gli agenti della Polizia di Stato di Verbania e i militari del Comando provinciale della Guardia di finanza di Verbania, coordinati dal sostituto procuratore della Procura della Repubblica di Verbania, Sveva De Liguoro. La Procura di Verbania parla di «complesso gruppo criminale che truffava società pubbliche documentando lo smaltimento di milioni di chilogrammi di pietrisco ferroviario attraverso false fatture e altri documenti, attestanti migliaia di viaggi fantasma dai principali cantieri in un impianto ossolano con sede a Vogogna». Nel settembre dello scorso anno ci furono sei arresti (tra l’Ossola e Parma), un sequestro di 2,5 milioni di euro e 21 perquisizioni. Le indagini successive hanno consentito di accertare altri presunti illeciti. «L’associazione per delinquere – spiegano gli inquirenti in una nota – oltre a trarre un illecito profitto di circa 2,7 milioni di euro derivante dall’incasso delle fatture false, determinando un rilevante danno erariale in corso di quantificazione, ha beneficiato di un ulteriore illecito vantaggio derivante dalla contabilizzazione delle fatture che, solo per due anni, ha permesso un’evasione d’imposta di circa 300mila euro. In virtù di ciò, la Squadra Mobile di Verbania e la Compagnia della Guardia di finanza di Domodossola hanno proceduto, su disposizione del giudice per le indagini preliminari del tribunale di Verbania, a sequestrare ulteriori 500mila euro e ad eseguire altre 4 misure cautelari personali nei confronti degli organizzatori e promotori dell’associazione per delinquere, di cui tre già destinatari dei precedenti provvedimenti restrittivi, la cui posizione si è aggravata dalla commissione del reato di dichiarazione fraudolenta mediante l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti (art. 2 D.Lgs. 74/2000)». 

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