Arriveranno domani sera, domenica, 30 rifugiati di nazionalità ucraina a Domodossola. Donne e bambini fuggiti dal teatro di guerra dell’Ucraina. E’ Olga, moglie del fondista Vasyl Matviychuk, a spiegare che però «ancora non è pronta Casa Letizia che dovrebbe ospitarli. E’ quindi necessario che chi ha un’abitazione a disposizione, e voglia contribuire, ci contatti per una prima accoglienza». Questo è il suo numero, al quale si può chiamare per dare una mano: 331 7715175. Anche Ivan Shymko, tra i portavoce della comunità, lancia l’appello dalla piazza davanti al Comune di Domodossola dove è in corso la raccolta fondi: «Il Governo italiano stanzierà fondi per chi ospiterà o metterà a disposizione un alloggio. Aggiungo anche che quelle in arrivo sono persone volenterose e che quindi, chi ha una casa grande e ha bisogno magari di un aiuto può iniziare ad ospitare». Il pensiero corre alle badanti che in questa ventosa mattina stanno cantando le canzoni tradizionali ucraine in piazza a Domodossola, ma che nel resto della settimana sono impiegate nelle famiglie ossolane nella cura degli anziani. «Non lasciateci soli. Chiediamo aiuto alla popolazione perché i tempi burocratici dell’accoglienza sono diversi» dice ancora Olga. Intanto Olena spiega che questa mattina è riuscita a sentire il fratello, 36 anni, e il padre, 64, impegnati a Kiev nei combattimenti: «Stavano bene, mio fratello si è commosso al telefono. Mi veniva da piangere ma ho cercato di dargli forza, ormai sono circondati. Mi ha detto che sente il nostro sostegno perché gli ho mandato il video della manifestazione dei ragazzi a Domodossola. Dice che lo sente che ci siamo anche noi con loro, ma io non posso nemmeno pensare a com’è oggi il mio paese, ai miei cari. Tutte le mattine da dieci giorni a questa parte accendo il telefono e il primo messaggio che scrivo è “come stai?” e aspetto sperando di ricevere risposta».