Aggiornato al 27 Luglio 2024

Sul superboss Messina Denaro la profezia del gelataio di Omegna Baiardo

 “Sei nato e morto qua, nato nel paese delle mezze verità”, cantavano Fabri Fibra e Gianna Nannini in una celebre canzone del 2007. L’Italia, il paese dove nemmeno l’arresto del super latitante più ricercato, il capo della mafia stragista, Matteo Messina Denaro, riesce ad essere archiviato come un successo dello Stato, una vittoria senza ombre.

LA PROFEZIA DEL GELATAIO

«Baiardo l’aveva predetto»: è il primo commento di un giornalista di lungo corso come Enrico Deaglio, che ai misteri di mafia fioriti intorno al lago d’Orta ha dedicato vari articoli, inchieste e un libro (“Qualcuno visse più a lungo”, edizione Feltrinelli, 2022). Salvatore Baiardo, per chi ancora non lo sapesse, è il celebre gelataio di Omegna che coprì la latitanza dei due fratelli Graviano (quelli delle stragi di Falcone, Borsellino, Roma e Firenze), che vissero serenamente sul lago d’Orta fino al loro arresto, avvenuto a Milano il 27 gennaio 1994, il giorno dopo la discesa in campo di Silvio Berlusconi. Coincidenze, dice qualcuno. Per quel reato (e anche per altri) Baiardo è stato in galera e ha pagato il suo conto con la giustizia, non rinnegando mai l’amicizia e l’appoggio dato ai Graviano, per lui depositari, insieme a Messina Denaro, di grandi segreti (in primis la celebre Agenda rossa di Paolo Borsellino) con i quali, dice, possono ricattare lo Stato. In queste ore è rispuntata l’intervista che Baiardo rilasciò il 5 novembre scorso su La 7 (foto). Parlando con Massimo Giletti di “Non è l’Arena” Baiardo pronunciò la sua “profezia”. Riascoltate adesso quelle parole mettono i brividi: «Magari, chi lo sa, arriva un regalino (…) presumiamo che un Matteo Messina Denaro sia molto malato… che faccia una trattativa lui stesso per consegnarsi e fare un arresto clamoroso… così, restando lui, magari esce qualcuno che ha l’ergastolo ostativo senza che ci sia troppo clamore». Non è un segreto: i Graviano ci sperano da tempo nell’abolizione dell’ergastolo ostativo; la pronuncia della Corte costituzionale, arrivata tre giorni dopo quell’intervista, ha però rinviato la decisione alla Corte di Cassazione. In più, fa notare Baiardo, c’è un nuovo governo, appena insediato. «Sarebbe un fiore all’occhiello, un bel regalino». Qualcuno, suggerisce Giletti interpretando il Baiardo-pensiero, potrebbe dare delle indicazioni su come prendere Messina Denaro, come forse vennero date per la cattura di Totò Riina e far sembrare il tutto casuale; tutto «magari programmato già da tempo per poi far uscire qualcuno dal carcere senza che ci sia grande clamore» aggiunge Baiardo annuendo. 

LO SPETTRO DELLA TRATTATIVA

La famosa “trattativa” dunque, per Baiardo non sarebbe mai finita. Come un filo nascosto è andata avanti sotto traccia. Baiardo cita anche il generale dei carabinieri (poi degradato) Francesco Delfino, anche lui, guarda caso, con una casa sul lago d’Orta, che disse al ministro Claudio Martelli: “Le farò un regalo, le consegnerò prima di Natale Totò Riina”. Vecchie dinamiche che paiono ripetersi come in un gioco di specchi. 

LE DATE PARLANO

Alla domanda di Giletti, «Quando avverrebbe questo ipotetico arresto di Messina Denaro?», il gelataio omegnese risponde sibillino: «Giletti, ci sono delle date che parlano». Già. Le date parlano. L’arresto di Messina Denaro arriva il 16 gennaio 2023, 30 anni e un giorno dopo esatti dall’altro clamoroso arresto di Totò Riina (15 gennaio 1993). 

IL FILO NASCOSTO

Con il passare delle ore emergono poi nuovi dettagli, coincidenze, fili sottili, tessere di un puzzle tutto da comporre. Come l’inspiegabile “selfie”, pubblicato sul quotidiano “La Verità”, che il boss ha fatto con un infermiere della clinica dove era in cura, pare poco prima dell’arresto. Un po’ originale a pensarci bene: sei Matteo Messina Denaro, uno degli uomini più ricercati d’Italia e forse del pianeta, con vari ergastoli sul groppone e un elenco di cadaveri sulla coscienza con cui (parole sue) «ci potrebbero riempire un cimitero», e ti fai selfie con uno sconosciuto, come una rockstar qualunque, lasciando che la tua foto giri magari in rete? Altrettanto inquietanti suonano le parole del dottor Vittorio Gebbia, oncologo della clinica palermitana che aveva in cura il boss, nell’intervista alla giornalista Alessandra Ziniti di “Repubblica”; il medico rivela come appena tre – quattro giorni dopo la scoperta dell’aggravamento del tumore che ha indotto i sanitari a cambiare terapia e ha reso più severa la prognosi di Messina Denaro, Baiardo ha pronunciato la famosa “profezia” in tv. Il filo continua a correre sottotraccia, dipana misteri che forse resteranno tali, solleva dubbi e domande. Di quali connivenze ha goduto il boss trapanese durante la latitanza, tanto da avere un documento all’apparenza autentico? E cosa sapeva davvero Baiardo, il gelataio di Omegna, quando ha parlato con Giletti? Ha parlato per conto di qualcuno, per lanciare dei messaggi? È credibile oppure quello che aveva predetto è solo una incredibile coincidenza? Benvenuti in Italia, nel paese delle mezze verità.

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