Aggiornato al 27 Luglio 2024

A Malesco successo di pubblico per la presentazione di “Gente di contrabbando”

Applausi, commozione e sorrisi. La serata di venerdì 10 febbraio al teatro comunale di Malesco ha regalato emozioni alla platea e agli autori di “Gente di contrabbando”. Forse per il tema raccontato, forse per la gioia di rivedere i volti di persone amate che non ci sono più, come lo scrittore Benito Mazzi e il partigiano e spallone, Franco Sgrena, forse perché nonostante il sold out è parso come di stare in famiglia a vedere un film. Arianna Giannini alla sceneggiatura e Marzio Bartolucci alla regia, in 30 minuti hanno dato vita, attraverso le voci dei testimoni, degli studiosi come Pierantonio Ragozza e Raphael Rues, dei giornalisti, Teresio Valsesia, a un racconto per nulla scontato del contrabbando di fatica, riuscendo a cucire le necessità della contestualizzazione storica alla narrazione con una colonna sonora sempre incalzante, immagini delle montagne, le case dei contrabbandieri, immagini dell’epoca. «Il documentario è a disposizione degli enti o delle associazioni che vorranno organizzare eventualmente una proiezione, chiediamo solo un piccolo contributo – spiega Marzio Bartolucci – per le spese di produzione sostenute che poi reinvestiremo in progetti futuri. A partire da marzo sarà possibile noleggiare o acquistare il documentario sul nostro sito www.luteaproduzioni.it». E la serata è stata l’occasione anche per presentare Lutea produzioni e i progetti che la casa cinematografica made in Ossola ha nel cassetto. «Siamo al lavoro – ancora Bartolucci – per la realizzazione di un film tratto dal romanzo “Un sole zingaro” di Benito Mazzi» e sul palco anche lo sceneggiatore della futura opera, Jacopo Cazzaniga, astro nascente della cinematografia, già vincitore del premio Solina per Netflix: «La scrittura di Mazzi offre moltissimi spunti cinematrografici, il libro è magnifico, invito chiunque a leggerlo» ha commentato. Hanno portato i saluti il vice presidente della Provincia, Rino Porini, il consigliere regionale, Alberto Preioni, e l’europarlamentare, Alessandro Panza, di casa in valle Vigezzo; ha presentato la serata la giornalista di Eco Risveglio Arianna Parsi. Tra il pubblico, poi, non si contavano gli amministratori, i sindaci, arrivati fin dalla valle Divedro, per vedere trasposto sul grande schermo il contrabbando di fatica che ha caratterizzato per anni l’economia di sussistenza di confine, in terre fredde e sterili, dove si campava con poche bestie e un pugno di castagne. Come dice Mazzi nel documentario: «C’erano i contrabbandieri padri di famiglia, che lo facevano per portare a casa il pane, e poi c’erano quelli che lo facevano per un senso di libertà, per dire “io sono io”, per esprimere se stessi, il coraggio. E su noi ragazzi erano quelli i racconti che facevano presa». E tra loro Franco Sgrena, il partigiano spallone: «Quando mi hanno fermato i finanzieri gli ho detto: non è mica vietato fare il contrabbando, basta non farsi prendere». 

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