Un folto pubblico ha partecipato oggi, giovedì, al dibattito sulla sanità che alla Festa della Lucciola a Villadossola ha visto sfidarsi il sindaco di Verbania Silvia Marchionini ed il capogruppo della Lega in consiglio regionale Alberto Preioni. La bocciatura dell’ospedale unico e la ristrutturazione di Castelli e San Biagio, la carenza di medici, le liste d’attesa sono state tra le tematiche principali toccate nel confronto di circa un’ora e mezza moderato dal direttore di Eco Risveglio, Tiziana Amodei. «La verità è che Ornavasso era una soluzione impraticabile e forse anche chi l’ha proposta già lo sapeva e poi per una parte di territorio l’ospedale unico sarebbe stato da fare non oltre Ornavasso, per un’altra parte del territorio non fuori da Domodossola, la realtà è che portiamo 200 milioni di euro sul territorio per rifare due ospedali al servizio di un territorio montano che ha bisogno di due strutture, viste le distanze e le difficoltà logistiche» ha sottolineato nei suoi interventi il consigliere regionale, Alberto Preioni. «La realtà è che in quattro anni quest’amministrazione regionale non ha fatto nulla e a nove mesi dalle elezioni se n’è uscita con questi finanziamenti per i due ospedali, ma quando e come si farebbero i lavori? Da quale ospedale si partirebbe? E ancora: sarebbero sempre due ospedali di pari livello o uno un po’ più “uguale” dell’altro? – ha replicato Marchionini -. Si vuole imporre una linea che la gran parte dei sindaci ha bocciato, così come l’Ordine dei medici, i sindacati e molte realtà del territorio».
Incalzato sui tempi di realizzazione dei lavori di ristrutturazione dei due ospedali Preioni ha detto che «in autunno partirà l’iter per i bandi e contiamo di poter arrivare per la prossima estate pronti per assegnare i lavori, se non ci saranno lungaggini burocratiche. Possono partire assieme per i due ospedali, a Domodossola servono 6 anni mentre a Verbania 8, ma questi sono i tempi». Acceso il confronto anche sui medici, dalla carenza di quelli di Medicina generale ai posti vacanti da coprire nelle strutture, passando per la medicina territoriale e possibili “ricette” e proposte per rendere attrattivo il territorio per l’assunzione di nuovo personale sanitario.