Aggiornato al 27 Luglio 2024

Rubavano in centri termali ed hotel, due le misure cautelari

Due persone arrestate e una terza che è sfuggita all’arresto in quanto si trova all’estero: è. questo il bilancio delle indagini dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Verbania che, in collaborazione con i militari della Compagnia di Ventimiglia, hanno fermato una banda ritenuta colpevole di almeno 11 furti compiuti nei centri termali e hotel del Piemonte, in particolare di Premia e Bognanco. A finire in manette, in applicazione all’ordinanza del giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Verbania, sono stati un uomo di nazionalità albanese di 34 anni e una donna romena di 36 anni, domiciliati a Ventimiglia. L’accusa per loro è di furto aggravato. Le indagini hanno preso le mosse da due furti commessi nell’estate del 2022, nel mese di giugno, ai danni di due centri termali della provincia del Vco, quello di Premia e quello di Bognanco. Un gruppo di malviventi, che indossava felpe con cappucci e passamontagna, si era introdotto all’interno delle strutture forzando delle casseforti ed asportando denaro contante per alcune migliaia di euro. Grazie alle indagini i carabinieri sono riusciti ad individuare la automobili, che risultavano intestate a pregiudicati di origini albanesi con precedenti specifici per reati contro il patrimonio. Il transito delle auto è stato registrato nelle zone interessate dai furti in orari compatibili. A quel punto i militari hanno individuato gli utilizzatori delle auto, avviando indagini su di loro, fatte di osservazioni e pedinamenti. Hanno scoperto che i due erano dediti a questo tipo di colpi: sceglievano centri termali ed hotel posti in zone montane e lontani dai maggiori centri urbani, meno trafficate negli orari notturni. Sono in tutto 11 gli episodi contestati ai due, tra cui una rapina, commessi nelle province del Verbano Cusio Ossola e di Cuneo; nel mirino, oltre a centri termali e hotel, c’erano anche attività commerciali nelle piccole località montane. I bottini dei furti erano di poche migliaia di euro ogni volta. L’uomo ora si trova in carcere, mentre la donna è stata messa ai domiciliari; un terzo indagato, anch’egli di nazionalità albanese, si trova all’estero: anche per lui il gip ha emesso una richiesta di arresto. Se dovesse rientrare in Italia per l’uomo si apriranno le porte del carcere. 

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