Aggiornato al 4 Maggio 2024

Frontalieri, le novità fra luci e ombre

Quale sarà il destino dei frontalieri? Quali sono le novità introdotte con il nuovo accordo? Di questi e di altri argomenti che interessano moltissimi lavoratori che ogni giorno dal Vco raggiungono la Svizzera si è parlato venerdì 11 ottobre al Kantiere di Possaccio nell’incontro organizzato dalla Cgil Novara e Vco. Al centro del dibattito c’è stato il nuovo accordo economico siglato tra l’Italia e la Svizzera ed entrato in vigore a luglio di quest’anno. Ad intervenire nella conferenza, moderata dal segretario Cgil Novara e Vco, Gigi Bacchetta, la sindaca di Verbania, Silvia Marchionini, il responsabile nazionale Cgil Frontalieri, Giuseppe Aragusa, ed il segretario regionale Unia Ticino, Giangiorgio Gargantini. Nella prima parte della serata la sindaca Marchionini ha fatto il punto sui lavori della statale SS 34, una delle vie principali dove raggiungere la Svizzera con la propria autovettura: «Posso dire che ad oggi la strada è stata messa in sicurezza al 60%, resta ancora in cantiere l’intervento più difficile, la galleria paramassi a Cannobio. L’attuale ditta non ha possibilità di realizzare il lavoro e ci stiamo muovendo per cercarne una nuova, rispettando i tempi previsti. La chiusura della strada non durerà per mesi, ma solo per brevi giornate e con possibilità di mezzi di spostamento alternativi». Nella seconda parte il segretario Gargantini ha spiegato come la Svizzera, vista dall’interno, non sia da considerarsi affatto come una “terra promessa”, visto l’elevato costo della vita a fronte di salari minimi e che solo di recente sono stati alzati a 19 franchi l’ora. «Sono ancora troppo bassi – ha affermato Gargantini – vogliamo portarli a 21 franchi circa l’ora, perché è impossibile vivere in Svizzera con le cifre attuali. Questo è solo un primo passo di una battaglia che continueremo a combattere». In più la situazione in Ticino non è affatto ottima: gli indici di povertà sono in peggioramento in quanto i salari sono sì alti, ma il costo delle vita lo è ancora di più. Infine Aragusa ha illustrato le novità portate dall’accordo economico, con l’inserimento della tassazione concorrente (una parte dei contributi viene pagata dove si lavora ed il resto dove si vive) e che ha permesso al sindacato di istituire, per i nuovi frontalieri, una franchigia di 10mila euro (deducibile dal reddito imponibile in Italia) oltre a misure specifiche di sostegno finanziario per i Comuni di confine. «Dobbiamo istituire una linea guida unica – ha detto Aragusa – per definire come dovranno essere investire queste nuove risorse. Noi ci auguriamo vengano usate per le attività dei frontalieri». Infine le domande dei presenti che hanno riguardato principalmente la situazione lavorativa in Svizzera, cosa attende chi va a lavorare, in quali condizioni si lavora e quanto incide il nuovo accordo sul dumping salariale. In tanti hanno anche sottolineato l’assenza di alternativa per molti ragazzi del territorio: «Chi cresce a Cannobio oggi non si pone domande, sa già che andrà a lavorare in Svizzera».

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