Aggiornato al 27 Aprile 2024

Domodossola ricorda il mecenate svizzero Léonard Gianadda, morto ieri a 88 anni

Se n’è andato ieri, domenica, all’età di 88 anni a causa di un tumore osseo, il mecenate svizzero amico di Domodossola, Léonard Gianadda (nella foto assieme al sindaco Mariano Cattrini quando nel 2013 gli venne conferita la cittadinanza onoraria). Nel 1976, alla memoria del fratello, aveva aperto a Martigny la fondazione Piette Gianadda. Sede del Museo internazionale dell’automobile, del parco delle sculture e di numerose esposizioni temporanee di stampo internazionale. Il legame tra Domodossola e Lèonard Gianadda iniziò, ufficialmente, nei primi anni Duemila con Marco Patruno, presidente dell’Associazione culturale internazionale Domo-Martigny, e poi grazie all’interessamento di Tina Sartori che portò in Ossola, a Palazzo San Francesco, una mostra fotografica del fotoreporter Gianadda, la professione che gli permise di girare il mondo e di affrontare parecchie avventure prima di diventare il Gianadda degli ultimi anni. Fu l’amministrazione guidata dal sindaco Mariano Cattrini a porre le fondamenta per una duratura amicizia che si tradusse in una cittadinanza onoraria, nel 2013, e poi nel dono di 50mila franchi da parte di Gianadda, per la realizzazione della fontana in piazza della Madonna della Neve, e poi in diversi altri interventi. Ricorda con una nota il sindaco, Lucio Pizzi «il munifico sostegno per la ristrutturazione della chiesa della Madonna della Neve» avvenuto in anni recenti, e sottolinea «l’amore verso la nostra città dimostrato da Gianadda con svariati interventi di ausilio nel campo culturale, attraverso la sua prestigiosa Fondazione, e anche con donazioni economiche di notevole entità. L’amministrazione comunale e tutta la città di Domodossola salutano e piangono con commozione un grandissimo amico, il cui ricordo resterà vivo in noi: cercheremo di onorare la sua memoria con uno sguardo sempre più appassionato alla cultura che tanto spazio ha avuto nella vita avventurosa e straordinaria di Leonard Gianadda».

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