Aggiornato al 7 Dicembre 2024

Tentata truffa con la tecnica dello “spoofing”, sventata da una donna ossolana

Ieri, giovedì, c’è stato un tentativo di truffa ai danni di un’ossolana, con la tecnica dello “spoofing”. Questi i fatti. La donna ha sporto denuncia ai carabinieri di Villadossola dicendo di aver ricevuto una chiamata dal numero della Stazione Carabinieri della caserma proprio di Villadossola. Dall’altro capo della cornetta c’era una persona che si è spacciata per il comandante della stazione, e che le ha comunicato di aver notato «dei movimenti sospetti dal suo conto corrente – fanno sapere dall’Arma – verso uno stato estero, e che successivamente sarebbe stata contattata dalla Polizia postale in quanto esperti nel settore delle frodi informatiche. Effettivamente dopo pochi minuti la donna ha ricevuto un’altra chiamata da sedicenti appartenenti alla Polizia postale, che confermando quanto riferito prima dal finto comandante della Stazione, hanno incominciato a domandarle dati personali». La donna, che conosce personalmente il vero comandante della Stazione di Villadossola per via del lavoro, si è subito insospettita sentendo la voce non proprio uguale, poi a metterla in guarda è stata anche la formalità della telefonata. A quel punto ha chiesto all’interlocutore se avesse capito con chi stava parlando e perché le stesse dando del lei, visto che normalmente il tono è più amichevole. A quel punto il sedicente maresciallo, pur confermando di essere il comandante, spiazzato da quanto stava accadendo, ha affermato che, essendo la telefonata registrata, doveva assumere un tono più formale, ribadendo che sarebbe stata contattata dalla Polizia postale. «Questa circostanza – aggiungono dall’Arma – sommata al fatto che anche la telefonata della sedicente Polizia postale proveniva dallo stesso numero della Stazione Carabinieri di Villadossola, portava la donna a comprendere chiaramente che si stava trattando di un tentativo di truffa». Dai Carabinieri, poi, arrivano alcune raccomandazioni: «Lo “spoofing” è una particolare tipologia di attacco che consente ad un attore malevolo di nascondere la propria identità per risultare “affidabile” alla vittima designata ed ottenere così accesso ad informazioni riservate e dati sensibili. Ecco perché occorre sempre più prestare attenzione a chiunque cerchi in qualche modo di carpire i nostri dati, in particolare quelli riconducibili a conti correnti, carte di credito e simili. I Carabinieri, nel senso, ribadiscono che nessuno può lecitamente chiedere tali informazioni, soprattutto per telefono, e tanto meno l’Arma o le altre forze di Polizia, per cui è importante, nel caso si sia ricevuta una telefonata dubbia, contattare subito il 112 per denunciare l’accaduto».

RIPRODUZIONE RISERVATA ANCHE AI FINI DELLA AI

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