Aggiornato al 26 Aprile 2024

Stamattina alla Camera dei deputati si è parlato della tragedia del Mottarone. Il parlamentare vogognese Borghi: «Grande ferita per il Paese»

Il Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, ha parlato nella mattinata di oggi, giovedì 27 maggio, alla Camera dei deputati, con una relazione sulla tragedia della funivia di Stresa di domenica. Giovannini ha parlato di «grande ferita per il paese» e ha relazionato sulla dinamica dei fatti. Subito dopo si sono susseguite le dichiarazioni dei deputati. Per il Partito democratico è intervenuto il parlamentare vogognese Enrico Borghi, presente domenica sul luogo dell’incidente. «Non è senza emozione che intervengo oggi in quest’aula» ha esordito Borghi, parlando di cordoglio per una vicenda «assurda, vergognosa, incredibile». Dopo aver ringraziato forze dell’ordine, soccorritori e volontari, Borghi ha tracciato una biografia delle vittime: «In quelle biografie c’erano tante cose, famiglie costruite e altre che stavano per farlo, ragazzi del sud venuti tra le Alpi alla ricerca di un futuro. In quella cabina c’erano tre religioni diverse in una serenità diventata tragedia». Borghi ha poi parlato dell’inchiesta: «I primi riscontri degli inquirenti ci consegnano un quadro agghiacciante, una superficialità e gravità impressionante, un sabotaggio interno che se confermato non ha precedenti nella nostra storia, una scommessa contro leggi e morali dove il profitto viene messo davanti alle vite delle persone. Cosa possiamo fare noi in questa circostanza? Chiedere una cosa: la verità, tutta, fino in fondo, senza sconti e senza furbizie italiche. Lo dobbiamo a vittime, famigliari, parenti, ad un territorio, a chi gestisce con scrupolo per mantenere la sicurezza, in altre parti d’Italia, attività che ora rischiano una pesante ripercussione». Borghi ha concluso l’intervento parlando di un «fiato di speranza per il piccolo Eitan, che sia un raggio di luce nel buio di questa notte, che possa tornare tra la sua famiglia e insegnarci una cosa che lui, inconsapevolmente, ha già imparato sulla sua pelle, ed è ciò che recitano le parole del Qoèlet della Bibbia: Nessun uomo è padrone del suo soffio vitale tanto da trattenerlo, né alcuno ha potere sul giorno della sua morte, né c’è scampo dalla lotta; l’iniquità non salva colui che la compie”».  

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